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Disegni Mbuti
Il nome MBUTI identifica tre tribù che vivono nella foresta pluviale di Ituri nella republica Democratica del Congo (ex Zaire) a noi meglio note, con alcune altre popolazioni Centroafricane, con il nome, derivato dalla loro bassa statura, di Pigmei.
La foresta di Ituri è una delle foreste pluviali più antiche del mondo e gli Mbuti sono uno degli ultimi esempi di popoli raccoglitori/cacciatori ancora esistenti. I raccoglitori/cacciatori sono quei popoli che ricavano il cibo cacciando naturalmente gli animali selvatici presenti nel loro territorio e raccogliendo piante ed arbusti; spostandosi di tanto in tanto e cambiando zona di caccia e raccolta per permettere a piante ed animali di riprodursi.
La pittura è una attività quotidiana per gli Mbuti.
I vestiti di corteccia e polpa vengono usati come vestiti rituali nei riti di passaggio di età, nelle celebrazioni spontanee che accompagnano i principali eventi della vita del campo quali matrimoni e cerimonie funebri e nelle danze rituali propiziatorie per la caccia e la raccolta del cibo.
Per realizzarli gli uomini raccolgono la corteccia e la polpa di vari tipi di piante presenti nella foresta; le ammorbidiscono bagnandole con acqua o riscaldandole sul fuoco e poi le appiattiscono con un utensile ad uso di martello; quando la corteccia si è ammorbidita è pronta per essere dipinta dalle donne della tribù.
Sono infatti le donne Mbuti a disegnare da sole od in gruppo, usando diversi tipi di pigmenti e servendosi di rametti, cordicelle oppure usando direttamente le dita. Lavorano rapidamente improvvisando i loro disegni astratti in uno stile fluido ed al tempo stesso sincopato.
La discontinuità nell' insieme del disegno presente in molti degli esemplari esposti riflette questa tecnica di lavoro "per sezioni", oppure occasionali collaborazioni fra donne diverse, ma sottolinea soprattutto la preferenza estetica per strutture asimmetriche miste ad improvvise interruzioni integrate armoniosamente nei disegni.
La notevole libertà compositiva dell' arte degli Mbuti, inserita in contesto di uno stile e una struttura di disegno comuni, è espressione di una intensa dinamica sociale nella quale un profondo individualismo è contemperato in una quotidiana ed egualitaria cooperazione.
Ma è soprattutto la percezione della Foresta come anima spirituale e simbolica della loro cultura ad indirizzare la loro espressività artistica.
Per gli Mbuti la Foresta è sacra e origine della loro esistenza, è il loro Dio, la loro famiglia, il loro Santuario. A turno loro sono "bamiki bandura", i bambini della foresta nati da un albero. I disegni concettualizzano questo mondo combinando un vocabolario di forme biomorfe con una eccentrica e curvilinea geometria ed offrendoci una lettura della foresta allusiva piuttosto che rappresentativa dove la silhouette di una farfalla di un disegno è identica a quella di un uccello di un altro disegno, volendo sottolineare entrambi il gesto (volare) piuttosto che l' attore (farfalla o uccello).
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