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La guerra del Congo
E' anche per mettere le mani sul forziere diamantifero congolese che dal 1998 è esplosa la prima guerra africana che vede coinvolte più nazioni. Il 28 maggio il quotidiano finanziario inglese 'Financial Times' ha denunciato un accordo tra una società con sede nelle isole Cayman - la Oryx - e una di proprietà del governo dello Zimbabwe - la Osleg - per lo sfruttamento di una zona diamantifera nella Repubblica Democratica del Congo, il cui governo ha naturalmente una parte nell'accordo. Dall'estrazione e dalla vendita di pietre preziose i due regimi alleati sul campo militare e ora anche in quello minerario contano di ripagarsi quantomeno delle altissime spese militari. Le miniere di Kisangani fanno gola a tutti. Lo fanno a tal punto che due eserciti alleati, quelli di Uganda e Ruanda, per conquisare Kisangani si sono invece ferocemente combattuti, finendo soprattutto con il distruggere la città. E la tregua appena raggiunta non ha ancora dato prova di poter reggere davvero.
Come ha scritto il 'New York Times' i militari di Congo, Angola, Namibia, Zimbabwe - da una parte - Ruanda, Burundi e Uganda - dall'altra - sono riusciti soprattutto a trasformare il maggior centro dell'est congolese in una "orrenda rovina". Sono scomparse le auto, la manifattura è chiusa, il porto fermo. Lavorano solo quelli che hanno qualcosa a che fare con i diamanti. E' di questi giorni la notizia che i servizi di sicurezza hanno fatto sparire un diamante del valore di 265 carati - "puro come un goccia d'acqua", l'hanno descritto quanti l'hanno visto. Di provenienza illegale, finita nelle mani di un commerciante autorizzato - Aly Maradonna, di origine libanese - la pietra stava per essere piazzata sul mercato internazionale quando sono intervenuti personaggi legati ai servizi. Del diamante non si hanno più notizie. Il suo valore è stimato tre i 13 e 20 milioni di dollari.
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