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La lingua Zulu


Il termine 'zulu' è in genere usato per indicare indifferentemente sia il popolo che la lingua. Per essere più corretti dovremmo indicare la lingua come 'isiZulu', il popolo come AmaZulu e KwaZulu per indicare la terra degli Zulu.
Etnicamente gli Zulu appartengono al gruppo Ntungwa-Nguni dei Bantu di sud-est. Secondo Theal i Bantu di sud est ebbero origine da una incerta località della costa africana occidentale spostandosi poi, nel corso delle loro migrazioni, verso il centro sud. Studi storici più recenti suggeriscono la presenza di popolazioni Bantu nel Natal addirittura dal IV sec. d.C. Le popolazioni che si mossero verso il Transkei assimilarono i click dai Khoisan, usandoli poi in maniera innovativa, ossia senza più rispettare le regole delle lingue khoisan. Partendo da questa area i Tekela-Nguni (Swazi) si mossero per primi verso nord, seguiti poi dagli Zulu che si stabilirono nelle aree del Natal e Kwazulu che occupano attualmente; gli Xhosa restarono nel Transkei. I gruppi di parlanti lala e tekela costituirono dunque il substrato sul quale si diffusero poi le successive migrazioni zulu.
I primi studi sulla lingua zulu iniziarono nella metà del secolo scorso ad opera di due missionari dell'American Board Mission, James J. Bryant e Lewis Grout. Il primo articolo di Bryant, 'The Zulu Language' (in: J.A.O.S., 1, 1849, pp. 383-396) può essere a tuttoggi considerato come una delle più concise ed accurate descrizioni dello zulu.
Tra i primi dizionari di zulu ricordiamo The Zulu-Kafir dictionary etymologically explained with copious illustrations and examples (Cape Town, 1857), ad opera di Jacob Ludwig Döhne, che è anche considerato il primo dizionario scientifico di una lingua bantu. Le parole sono elencate sotto le radici, i derivati sono elencati sotto le radicali con indicazioni sull'etimologia e sugli usi idiomatici.
Lo studioso di lingua zulu di gran lunga più importante è considerato Clement Doke; i suoi lavori sulla fonetica e sulla struttura grammaticale delle lingue bantu sono considerati di fondamentale importanza. Per quanto riguarda la fonetica ricordiamo The Phonetics of the Zulu language (1926). Nel 1927 Doke pubblicò Textbook of Zulu grammar, che è una dettagliata applicazione del modello di analisi e descrizione delle lingue bantu da lui elaborato. Il valore di questa opera sta nel fatto di aver evidenziato e sottolineato le differenze strutturali tra le lingue europee e le lingue bantu; egli difatti abbandona la terminologia europea per adottarne una più aderente alle strutture di una lingua bantu. Tra i dizionari ai quali ha collaborato citiamo il più completo Zulu-English Dictionary (C. M. Doke and B. W. Vilakazi, Witwatersrand University Press, 1958).
Tra i lavori più recenti ricordiamo quello di uno studioso che ha dedicato particolare attenzione allo studio del tono e ad alcuni aspetti della fonetica, ossia Rycroft, D. K. nel suo Say it in Zulu , S.O.A.S., 1981. Citiamo inoltre il dizionario monolingue di Sibusiso Nyembezi, Isichazimazwi sanamuhla nangomuso (Dizionario per l'oggi e per il domani), Reach Out Publishers, Pietermaritzburg, 1992, pp. 561.
È disponibile anche materiale didattico, sia per gli studenti che di ausilio agli insegnanti, ma comunque riservato per i primi gradi dell'istruzione. La maggior parte dei lavori ultimi sono comunque grammatiche di tipo divulgativo e di livello iniziale. Di recente è apparso anche un corso audiovisivo in 52 lezioni, Siyafunda - vol. 1 lesson 1 to lesson 26 (Broadcast Enterprises, P. O. Box 91491 Auckland Park 2006 RSA).
Lo zulu è parlato in tre delle quattro province del Sud Africa: ossia nello Zululand, in tutto il Natal, in parte dell'Orange Free State e nel Transvaal di sud est. Secondo il censimento del 1985, con i suoi 8.500.000 parlanti, è la principale lingua vernacolare. Lo zulu è una delle undici lingue riconosciute dalla Costituzione della Repubblica del Sud Arica. Le altre sono: isixhosa, siswati, setswana, sesotho sa leboa, sesotho, tshivenda, xitsonga, isindebele, isizulu, inglese e afrikaans. È inoltre una delle tre lingue ufficiali (le altre sono l'inglese e l'afrikaans) del Kwazulu. È usato come mezzo di istruzione nelle "Department of Education and Training (DET) Zulu Community schools" e nelle scuole dal sub-standard A allo standard II. Inoltre la SABC (South African Broadcasting Corporation) ha due canali, Radio Zulu e TV 2 che trasmettono in zulu. Lo zulu è inoltre usato in circoli dove vi è una preponderanza di parlanti zulu, come per esempio chiese e tribunali locali del KwaZulu.
La lingua zulu è una lingua bantu; appartiene al gruppo Nguni del ramo centrale del Narrow Bantu (S42 di Guthrie). I dialetti zulu sono lo zulu dello Zululand, il Natal zulu, il qwabe, lo ndebele, parlato in Zimbabwe, lo ngoni, parlato in Nyasaland e in Tanzania. Piccoli gruppi di parlanti si trovano anche in Lesotho, Swaziland, Malawi e Mozambico.
Lo standard zulu è basato sul dialetto dello Zululand con prestiti dal dialetto del Natal. Sono in corso procedimenti di standardizzazione che tendono a ridurre tutte queste varietà ad un numero minore di lingue. Secondo questo progetto si dovrebbe arrivare ad uno standard nguni e uno standard sotho. Lo standard nguni includerebbe: ndebele, swazi, xhosa e zulu. Il modello preso per questa operazione è la standardizzazione dello shona che ha dimostrato che il progetto è fattibile ma richiede tempi molto lunghi. In vista dei recenti sviluppi si può concludere che le aspettative dello zulu siano le seguenti: essere usato come mezzo di istruzione nelle scuole elementari ed essere studiato come materia negli altri gradi dell'istruzione della comunità zulu; essere usato come mezzo di comunicazione in tutte le situazioni e le cerimonie tribali o locali, oltre che dalla chiesa, dalla radio e dalla televisione.

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